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Giorgia Italiano: “Me ne vado da Palermo perchè..”

Me ne vado da Palermo perchè, Giorgia Italiano

Me ne vado da Palermo perchè, Giorgia ItalianoMe ne vado perché..

Se analizzo le mie scelte ne ho ben chiari i motivi. Ho studiato 3 anni alla facoltà di Economia e scienze del Turismo a Palermo, ho impiegato esattamente 3 anni e sono uscita con il massimo dei voti, perché non avevo alcuna intenzione di sprecare il mio tempo ed i miei soldi. Tuttavia, è stato un percorso complesso e sarebbe potuto essere molto più semplice se non fossimo circondati da incompetenza e disorganizzazione. Le date degli esami, così come quelle delle lezioni ci venivano comunicate all’ultimo secondo e non permettevano a nessuno, soprattutto agli studenti fuorisede, di organizzarsi lo studio, il tempo libero e di fare tutto nel migliore dei modi e nel più breve tempo possibile. Se un professore mancava non venivamo avvisati, le lezioni non venivano recuperate ed era tutto lasciato al caso. La specialistica del mio corso di studi, in Economia e Turismo, non esiste più, è stata chiusa per mancanza di iscritti probabilmente dovuta alle carenze organizzative ed alla mancanza di docenti competenti. Me ne sono andata perché non avevo scelta, pur amando la mia città, con tutti i difetti che ne fanno parte, ho dovuto scegliere di seguire i miei sogni ed incrementare la mia formazione in un ateneo più civile, organizzato e competente. Rimini mi offre tutto questo. La città non è quella dei miei sogni, le persone non sono amichevoli come a Palermo, ma siamo circondati da civiltà, trattandosi di un corso internazionale già da settembre ho saputo le date degli esami di tutto l’anno, gli orari delle lezioni, le pause dalle lezioni, veniamo avvisati in anticipo se un professore manca ed anche sulla data e orario in cui recupererà le ore per perse. E non esiste un presidente di corso di laurea che mi risponde che i docenti hanno altri impegni, come le loro vacanze o i loro congressi e non ci possono avvisare ne dare comunicazioni preventive, perché è questo che mi è stato detto quando ho provato a reagire e a trovare una soluzione all’interno di un ateneo che necessita di migliorare.

Palermo ha tutte le potenzialità per essere “il meglio”, nel mio caso, anche da un punto di vista turistico ed economico, ma ha bisogno di un intervento mirato, di investimenti pubblici e privati e di persone competenti che ne regolano il funzionamento.

Palermo dovrebbe mettere la “comunità” prima dell’interesse del singolo, cosa che raramente accade, in tutti gli ambiti, e pensare che la coesione tra i cittadini, i politici, la pubblica amministrazione potrebbe rendere questa città più ricca da un punto di vista culturale ed economico e più vivibile per tutti.

Un giorno spero di tornare, di utilizzare le conoscenze acquisite in Italia e all’estero per mettere in atto strategie che possano aiutare a migliorare la nostra situazione, perché ci sono ricchezze, materiali e non, che non è possibile trovare altrove.

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