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Università, Pubblica Vs Privata: l’arte del sapersi “arrangiare” – Andrea Massa

Andrea Massa

Andrea Massa

Da studente ormai prossimo alla laurea, mi permetto di dire qualcosa  sulla mia esperienza universitaria e sul mio modo di intendere l’ambito accademico.

Assodato che abbiate scelto e siate pienamente sicuri della facoltà che intendete intraprendere, si pongono le classiche domande : Palermo si, Palermo no (Vado fuori), Università privata o Università pubblica.

Parlerò quindi oggi della mia esperienza presso l’Università degli Studi di Palermo.

L’esperienza universitaria di Andrea: meglio l’università pubblica o privata?

Sono iscritto da ormai più di tre anni (ebbene si, non sono uno dei fortunati che si sono laureati in corso) presso la facoltà di Economia. Corso di Laurea in Economia e Amministrazione Aziendale. I primi due anni sono trascorsi nella più totale piattezza e monotonia. I voti erano alti. Ma non ero contento dello stile di vita che conducevo. Da qui il mio primo suggerimento : L’università è BELLA ma è bella solamente se la intendete nel modo giusto. Se il vostro concetto di università sarà quello di un paio di libri da imparare a memoria e da ripetere dopo 4 mesi allora ,mi dispiace dirlo, la vostra carriera accademica sarà una Via Crucis. E credetemi, non ne vale la pena.

Il mio suggerimento è quello di guardarvi attorno. L’università pubblica (proprio così, anche quella pubblica) offre tante, tantissime occasioni per acquistare e maturare competenze che né un libro, né il più affettuoso e profumatamente pagato dei docenti è in grado di fornirvi.

Dopo due anni di voti alti e tanta tristezza decisi quindi di aprire gli occhi e di aprirmi ad un nuovo mondo :  la VERA università.

Cominciai con la partecipazione ad una Summer School avente come tema “l’imprenditorialità”, avviata dall’Unipa in collaborazione con Libera, svoltasi a Naro(Ag) e totalmente GRATUITA ( tutto, vitto e alloggio compreso). Con un po’ di stupore, ma non troppo, notai che su 15 posti disponibili solamente io e un altro studente dell’Unipa avevamo avanzato domanda. Gli altri partecipanti erano del luogo. E volete sapere una cosa? E’ stata un’esperienza entusiasmante oltre che istruttiva.

Tornato all’università e deciso a proseguire il cammino intrapreso, avanzai domanda per una borsa di lavoro part-time. La vinsi grazie alla media alta dei voti e grazie al forte astensionismo degli altri partecipanti. La remunerazione era ottima (9 euro all’ora); l’ufficio assegnatomi pure. Il mio contratto di lavoro l’ho quindi firmato proprio grazie all’Unipa (tengo a sottolineare che sono disponibili OGNI ANNO bandi di collaborazione part-time .Servizio Civile e COT in primis. Controllate quotidianamente i portali dell’ateneo)

Ma l’esperienza che più mi ha formato è stata quella dell’associazionismo universitario. Per farla breve, da ragazzino ingenuo e un poco insicuro, ho avuto l’occasione di maturare competenze che ho poi messo al servizio dei miei colleghi. La fiducia che hanno riposto in me mi ha condotto a diventare il primo rappresentante eletto del mio Corso di Laurea. Le associazioni universitarie ti permettono infatti di lavorare in un ambiente costantemente coeso ed affiatato che ha un solo fine : lo studente. La capacità di lavorare in gruppo, di sapere esporre adeguatamente opinioni e visioni, di organizzare e gestire progetti sono competenze che ripagheranno in ambito lavorativo.

Altre occasioni che ho colto, e che spero avranno la furbizia di cogliere anche gli studenti o i futuri studenti dell’ateneo palermitano che leggeranno quest’articolo, sono quella dei seminari e dei convegni costantemente organizzati in TUTTO l’ateneo (Ultimamente sono stato ad un incontro con Monster.it, il famoso portale del lavoro. Anche qui mi si è aperto un mondo. Ho avuto la possibilità di capire come si prepara adeguatamente un CV  nonché di come ci si rende appetibili agli occhi delle aziende che assumono); l’occasione del CLA (Centro Linguistico d’Ateno), il quale oltre a fornire corsi di lingue gratuiti, dal francese all’arabo, è convenzionato per il rilascio di certificazioni linguistiche riconosciute a livello internazionale; altre occasioni sono quelle rappresentate dai servizi di job-placement e di tirocinio.

Insomma.

Io riconosco, e non potrei fare altrimenti, che non è minimamente paragonabile la qualità didattica offerta da un ateneo privato rispetto a quella offerta da un ateneo pubblico. Non nego che fior di quattrini  ti permetteranno di essere più seguito nei tuoi studi e di avere un più facile sbocco verso la carriera lavorativa.

Sulla carta uno studente che esce dalla Bocconi sarà sempre più appetibile rispetto ad un neolaureato all’Unipa. Ma dopo la carta parlerà la concretezza e l’unica cosa che conterà saranno solo le reali competenze che avremo effettivamente maturato nel nostro percorso universitario.

Ai colleghi che invece frequentano l’ateneo palermitano(e qui concludo) vorrei suggerire una più convinta partecipazione ai sopra esposti servizi che l’ateneo mette costantemente a disposizione, ma che, ahinoi, sono anche oggetto di un forte assenteismo, vuoi per ignoranza, vuoi per disinteresse.

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