Esperienza Erasmus

Erasmus, Francesco Montalbano a Stoccarda

Erasmus, Francesco Montalbano a StoccardaNome: Francesco
Cognome: Montalbano
Età: 23
Città “fuori-sede”erasmus : Stuttgart
Da quanto tempo sei fuori-sede erasmus? Settembre 2013/Marzo 2014
Sei partito da solo o eri con qualche “compagno di viaggio”? Solo

Fondamentalmente Stuttgart era l’unica metà Erasmus “dignitosa” che il mio corso di laurea offre. E questo sarebbe anche un punto da migliorare per allentare l’esodo dall’Università degli Studi di Palermo. Allargare i contatti dell’Università in tutta Europa e, perché no, anche fuori il continente, potrebbe essere uno stimolo in più per rimanere e migliorare le esperienze di vita ma anche accademiche degli studenti. Non so se è più per pigrizia o per la mancanza dei contatti da parte dei professori che la scelta sia cosi limitata (almeno per il mio corso di laurea).

Fortunatamente l’Università è veramente organizzatissima, l’International Student Office vive per accogliere e aiutare gli studenti in scambio (che sono davvero tanti). In Germania la maggior parte degli studenti vive negli studentati,in genere piu economici rispetto ad affittare casa. Molto comunque dipende dalla citta in cui ti trovi. Per esempio a Stoccarda (azzardo dei numeri) circa l’80% degli studenti vive in studentati (ce ne sono davvero tanti) anche perché trovare casa è veramente difficile (e costoso). L’università mi ha fatto compilare la richiesta il prima possibile (a Maggio per Settembre) e sono riuscito ad ottenere la stanza (WG in tedesco) senza problemi, 280 euro mensili compresi di riscaldamento, luce, acqua, internet. La casa era composta da 4 posti letto con due bagni e una cucina, situazione assolutamente vivibile. Nel palazzo erano presenti anche lavatrici a pagamento e asciugatrici. L’associazione che gestisce gli studentati è lo Studentenwerk e se l’Università non garantisce il servizio di intermediario ovviamente è possibile contattarlo direttamente. Per chi invece preferisce casa un sito interessante è www.wg-gesucht.de, ma consiglio lo studentato dove si può stare maggiormente in contatto con ragazzi e se si entra nel giro giusto i festini sono all’ordine del giorno.
Comunque in altre città non è cosi semplice trovare posto nello studentato e diventa quasi obbligatorio cercare casa.

Se devo essere sincero l’Università che ho frequentato (HFT) non mi è sembrata eccellente nel mio campo ma va forte per quanto riguarda architettura e ingegneria civile, ma so che l’Universitat Stuttgart invece ha un ottimo livello, soprattutto in ambito tecnologico. I corsi di laurea dell’Università non sono solamente in tedesco, infatti possono esserci corsi esclusivamente in inglese; molto importante soprattutto per chi, come me, non ha le forze o la voglia di imparare il tedesco. In realtà per quanto riguarda la didattica, gli orari e gli esami non posso esprimermi dato che non ho mai frequentato esami ma ho solamente lavorato in materie progettuali.

I punti forti sono l’organizzazione, il costo dell’università (si pagano solamente i costi di servizio, a Stoccarda 80 euro/semestre mentre alla RWTH Aachen, tra le migliori in Europa nel campo tecnologico 225 euro/semestre, che comprende anche il semesterticket che consente di viaggiare con bus e treni regionali in tuttala North Westfalia, cioè si viaggia gratis tra Colonia, Aachen, Dusseldorf, Dortmund, Bonn, Leverkusen e Munster), le strutture, la loro gestione e pulizia (sembra scontato dire pulizia ma andate a vedere i bagni ad Ingegneria),i tantissimi contatti con aziende e centri di ricerche (all’ultimo career day ad Aachen erano presenti 300 aziende nel settore ingegneristico). Per ultimo, ma non per importanza, la presenza di ottime strutture sportive e corsi organizzati, anche se riuscirsi a iscrivere a questi ultimi è molto difficile, visti i posti limitati.

Devo ammettere che mi viene difficile a trovare dei difetti delle università tedesche.

Uno tra i punti forti di Stoccarda è senza dubbio il trasporto pubblico, fenomenale. Treni, metro, bus, frequenza e puntualità sbalorditiva. Col semesterticket, al costo di 190 euro per semestre, lo studente può viaggiare in tutta la città, in tutti i mezzi, a tutte le ore. Per quanto riguarda il servizio notturno si potrebbero avere difficoltà durante la settimana ma nel weekend (venerdi e sabato) la frequenza viene intensificata per cui non si hanno problemi nel tornare a casa a qualsiasi orario. Se si viaggia soli, occhio solamente a non addormentarsi, i sedili sono estremamente comodi.

Il clima al Sud, data la lontananza dal mare, è continentale per cui gli 0°C in Inverno sono all’ordine del giorno (c’è da dire che l’Inverno 2013/2014 è stato tra i più caldi degli ultimi anni), da Aprile fino a metà Ottobre però le temperature si fanno più miti. Comunque il freddo non ferma ne le attività lavorative ne sociali, la sera si esce tranquillamente anche per i soliti giri alla palermitana tra i vari pub e club. Ovviamente tutti i locali e i mezzi sono ben riscaldati per cui attenzione alle escursioni termiche ( si può passare dai -5°C ai 25°C in un attimo).

La vita si svolge fondamentalmente nei dormitori durante la settimana e in centro nel weekend.

Intanto bisogna dire che vi sono più università a Stuttgart,la mia università era in centro mentre l’Universitat Stuttgart , l’università principale della città, si trova nel cosiddetto campus, dove vivevo. I collegamenti dal campus al centro e viceversa sono notevoli. Tutti gli altri dormitori sono un pò sparsi per la città. Nel campus, oltre a università e dormitori, è presente anche il centro sportivo con campi di calcetto (impegno fisso della domenica), basket, pallavolo, palestra ecc.

Per quanto riguarda il centro durante il weekend è molto vivace ed è pieno di localini, discoteche (prezzo di ingresso solitamente sui 5 euro o 10 con consumazione mentre gli alcoolici costano più o meno come in Italia, ma solitamente ci si riscalda con Bottejon casalinghi). La città è vivibilissima la notte, non ho mai visto “aggaddi” ne sentito storie di “fermi”.

Due righe vanno dedicate al più grande evento della città, la “cannstattervolksfest”, l’antagonista dell’Oktoberfest di Munchen. Il tema della festa è lo stesso, due settimane in cui a dominare sono fiumi di birra e canzoni popolari tedesche. La quantità di turisti è minore rispetto a Monaco ma proprio per questo a guadagnarne è la tradizionalità della festa e il portafoglio. Essendo stato in entrambe le feste, la Volkfest non ha nulla da invidiare alla più celebre manifestazione.

Vicino la mia università e al campus vi è la mensa, la cui qualità non è ottima ma sempre meglio della mensa palermitana (spero non si offenda nessuno). Per i più fedeli alle tradizioni, trovare i prodotti italiani (i vari Barilla, Nutella, Parmigiano, Lavazza) è abbastanza semplice anche se il costo è maggiorato di un 30-40% rispetto che in Italia. Prodotti freschi, frutta e verdura si possono trovare sia al supermercato che al mercato nel weekend.

Da quel che ho visto il razzismo in Germania non esiste, il mix culturale e etnico è incredibile. D’altronde come potrebbe esistere in un paese in cuiil 20% della popolazione (16 milioni di persone) è di parziale o totale ascendenza stranieraLe comunità straniera più numerosaè quella turcama in genere si incontra di tutto, tanti cinesi e sudamericani. Da siciliano le battutine sulla mafia sono all’ordine del giorno ma penso sia cosi in ogni punto del pianeta.

Stuttgart è la tipica città tedesca. Moderna, efficiente, dinamica, civile e verde. La raccolta differenziata è un must, basti pensare ai 25 cent che si pagano in più per ogni bottiglia di plastica che verranno restituiti al momento della riconsegna. Il verde tedesco mi ha davvero colpito e se devo dire un pregio delle città tedesche è proprio questo, le città sono immerse nel verde. Il campus è costeggiato da una foresta e laghetti, l’aria che si respira è piuttosto piacevole. Il difetto potrebbe essere la velocità della città durante il giorno, è dura per l’italiano, ma se si incontra il giusto gruppo, non ci si lascia sfuggire il piacere delle pause caffè.

Il costo della vita è paragonabile ai costi italiani, non vedo particolari differenze con Palermo.

Sono stato fuori 6 mesi a Stoccarda e adesso per altri 6 mesi sarò dalle parti di Aachen per svolgere la tesi. Nonostante sia qui da più di sei mesi non parlo tedesco (troppo difficile e troppa poca voglia di corsi) ma con l’inglese si sopravvive. In Germania si sta bene, il freddo si supera, la civiltà, l’organizzazione e le nuove amicizie non ti fanno pesare la lontananza, e poi non è affatto vero che si lavora e basta. Consiglierei sicuramente di andare a studiare in Germania ma più in generale consiglierei di maturare un’esperienza all’estero, lavoro o studio che sia. I sei mesi in Erasmus valgono 20 anni di vita normale nella propria città per la quantità di nuove esperienze, di nuovi legami, conoscenza di nuovi usi e costumi, ma soprattutto perché uscire dal guscio ti fa crescere veramente e ti fa capire chi sei (ok, forse sto esagerando). Conosco ormai molto bene la Germania e come si dice – “più si conosce un altro paese, meglio si capisce il proprio” (ringrazio www.frasifatte.com). Dopo l’esperienza nella terra dell’ordine e della civiltà, quando torno certi difetti li noto maggiormente: poca cura per la propria città, strade sporche e trafficate (guai a scendere a piedi), valorizzazione del patrimonio artistico e culturale pressoché nullo, storie di corruzione all’ordine del giorno nei TG, superficialità e arrendevolezza dei palermitani, me compreso. Tanto anche se “io”, che sono solamente “una persona su seicentomila”,mi preoccupo di raccolta differenziata o chiedo lo scontrino o non pago il pizzo ai posteggiatori o non sputo la chewinggum per strada non cambia niente vero? L’elenco sarebbe lungo e la mia sembrerebbe una grossa critica (e lo è davvero) verso la mia città (propriamente verso “i cittadini”) e un invito a fuggire. Ma in realtà non lo è affatto, la mia è una critica costruttiva e dovrebbe essere uno spunto per rendere la città vivibile e splendente come lo è stata nel lontano passato, Palermo se lo merita. Ma la cosa più importante è quella di rendere lo standard di vita tale da non dover costringere i futuri cittadini di Palermo, almeno quelli che la amano, a emigrare per godere di una vita quantomeno decente.

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